Silia Pellegrino
Silia Pellegrino ha partecipato a mostre nazionali ed internazionali. Tra le più importanti:
Piombino (LI) – Etruria Arte Luglio ’96;
Roma – Galleria d’Arte “Mirabilia”, ottobre ’96;
Silia Pellegrino ha partecipato a mostre nazionali ed internazionali. Tra le più importanti:
Piombino (LI) – Etruria Arte Luglio ’96;
Roma – Galleria d’Arte “Mirabilia”, ottobre ’96;
Genova – Galleria S.Donato, novembre ’96; Firenze – Galleria “Centro Storico”, dicembre ’96;
Nizza – “Sala Michelangelo” du Consulat General d’Italie, febbraio ’97;
Londra – “European Accademy for the Arts”, giugno ’97;
Aquila – Castello Spagnolo “Sala Chierici”, marzo-aprile ’97;
Vicenza – A.R.T.E. 97 Ente Fiera di Vicenza, aprile ’97;
Tarquinia – Galleria “Il Collezionista”, agosto ’97;
Bari – Galleria “Unione”, ottobre ’97;
Milano – A C A Q M, settembre ’97;
Vienna – “Brigine Herber Stein”, novembre ’97;
Napoli – Proiezione Diaporama dei quadri di Silia Pellegrino, aprile ’98;
Cimitile – Mostra nelle Basiliche Paleocristiane, maggio ’98.
Ester Basile, giornale Wolf, 1997 scrive che le sue opere costituiscono uno spazio-luce ambiguo e femminile. Un’ambiguità dovuta alle caratteristiche specifiche della materia stessa. La forte carica poetica risiede nella sua dimensione mai compiuta nè definitiva…
La doppia trasparenza della struttura è il marchio del tempo…
il luogo è quello di transito di tutte le energie cosmiche, trasparenze,
riflessi, vibrazioni cromatiche.
Clementina Gily, Il Giornale di Napoli, 1997, invece, descrive le opere della Pellegrino come “una furia di pennellate si estende intorno a un disegno indeterminato, sovraccaricando sfumature monocrome e policrome, mostrando un’idea che si forma a mano a mano… La comunicazione fuori della parola: il corpo
può esprimere meglio la forza dei sentimenti…”.
Ester Basile, giornale Wolf, 1997 scrive che le sue opere costituiscono uno spazio-luce ambiguo e femminile. Un’ambiguità dovuta alle caratteristiche specifiche della materia stessa. La forte carica poetica risiede nella sua dimensione mai compiuta nè definitiva…
La doppia trasparenza della struttura è il marchio del tempo…
il luogo è quello di transito di tutte le energie cosmiche, trasparenze,
riflessi, vibrazioni cromatiche.
Clementina Gily, Il Giornale di Napoli, 1997, invece, descrive le opere della Pellegrino come “una furia di pennellate si estende intorno a un disegno indeterminato, sovraccaricando sfumature monocrome e policrome, mostrando un’idea che si forma a mano a mano… La comunicazione fuori della parola: il corpo
può esprimere meglio la forza dei sentimenti…”.