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Sacri unguenti e seduttive armi, venti dalle gradevoli profumazioni si sono propagati lungo i viali della nostra storia. Nubi dense e aromatiche avvolgevano statue e altari, inondavano templi e villaggi, innalzavano spiriti e preghiere verso il cielo, verso dio. E aulenti essenze purificavano i morti, donavano coraggio ai guerrieri, inebriavano gli animi e scatenavano piacevoli istinti. Per fumum, attraverso il fumo, secondo le antiche credenze, si raggiungeva l’aldilà, si comunicava con il divino e si corteggiavano i sensi.
La Fondazione Archivio Storico (FAS), consapevole del ruolo che gli aromatici effluvi hanno avuto nella nostra civiltà, ha voluto produrre un profumo che ne racchiudesse il valore. Due piccole ampolle, una fragranza maschile e una femminile, che sprigioneranno i ricordi di un passato artefice di ciò che oggi siamo. I poteri dei profumi hanno incantato popoli di ogni civiltà. I primi furono i Medi, come narra Plinio il Vecchio nel suo trattato Naturalis Historia, e gli Egizi ne fecero elemento necessario dei loro rituali sacri e profani. Resine, incensi e mirra venivano bruciati per accompagnare le cerimonie e intercedere con le divinità, e di sostanze fragranti si impregnavano le bende per i morti . Mentre di olii e balsami variamente profumati si cospargevano la pelle uomini e donne, per coprire cattivi odori, curare l’igiene e attrarre gli amanti.
Nonostante l’austero Socrate la ammonisse per le proprietà illusorie, l’arte del profumo divenne presto preziosa anche tra Greci e Romani. Ne furono sedotte le pagine di filosofi e poeti, se ne scoprirono le proprietà terapeutiche e le capacità di arricchire ambienti, cibi e bevande. Teofrasto scrisse il De odoribus, affinché i suoi segreti non si dimenticassero, mentre a Roma si formarono i primi Collegium Aromatarium. Ottenebrato l’Occidente dall’arrivo dei barbari, il profumo continuò a fiorire tra lo splendore arabo. E dall’”Arabia dai mille profumi”, come la definì Propezio, fece ritorno sulle coste veneziane con l’intensificazione commerciale durante le Crociate. Con la scoperta della distilleria alcolica, unita agli incantevoli odori arrivati dai nuovi continenti, le corti d’Italia, Francia e Spagna vennero stregate e il profumo divenne indispensabile vezzo, amabile dono e irresistibile tentazione.
Percorrendo questo lungo cammino di una storia impregnata da simboliche flagranze, la Fondazione Archivio Storico, ha interpellato esperti di livello internazionale, affinché creassero un profumo capace di avvolgere il corpo, incantare i sensi e inebriare l’animo di ricordi, ma soprattutto attraverso il quale potessimo respirare arte e cultura. L’iniziativa, infatti, si sposa amabilmente con i pilastri sui quali la Fondazione si erige: tutelare, valorizzare e promuovere l’arte.