Fusione a cera persa
La fusione a cera persa, utilizzata e descritta dai grandi artisti del Rinascimento come Benvenuto Cellini, consiste nel creare un modello di cera – del tutto simile alla scultura finale che si vuole ottenere – e “imprigionarlo” in uno stampo di argilla o gesso, che ne assume ogni forma e dettaglio. Nello stampo vengono praticati due fori, uno in alto e uno in basso, attraverso cui la cera – fusa al contatto col metallo incandescente – può defluire, lasciando il posto al metallo stesso. Dallo stampo di argilla uscirà così una scultura del tutto identica al modello in cera. Il metodo di fusione a cera persa (o microfusione), viene tuttora utilizzato nel settore della gioielleria (ma anche della scultura), utilizzando per lo più stampi in gesso. Per favorire la perfetta adesione del gesso alle cere e l’eliminazione delle bolle d’aria, il cilindro pieno può essere collocato su un piatto vibrante e quindi sottoposto all’azione del vuoto sotto una campana collegata a una pompa. Lo stampo viene riscaldato in un forno, in modo che la cera esca dai canali, lasciando libera la cavità che verrà riempita con i metallo fuso. Liberata dallo stampo, la scultura è pronta per essere rifinita, nettata e patinata.