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Granulazione

Tecnica antichissima, utilizzata nell’oreficeria e nella lavorazione dei metalli, in uso già presso i greci e gli etruschi: consiste nel decorare una superficie con piccoli granuli d’oro o d’argento, applicati al corpo del manufatto per aumentarne la ricchezza e la brillantezza. I granuli d’oro erano ottenuti fondendo in un piccolo crogiolo il metallo, ridotto in sottili pagliuzze, insieme al carbone. Raffreddandosi, il metallo avrebbe formato i piccoli granuli che venivano poi utilizzati nella decorazione. Spesso, nei manufatti antichi, i granuli di metallo prezioso (grazie alla sua grande duttilità, il metallo preferito era di gran lunga l’oro) erano così minuscoli da far pensare che appartenessero alla struttura stessa del metallo: sono mirabili, in questo senso, i corredi rinvenuti nelle tombe etrusche di Cerveteri, oggi esposti presso il Museo Nazionale di Roma. La difficoltà di questa tecnica risiede in particolare nella cottura, che rischia di deformare le piccole sfere applicate alla lamina, compromettendo l’effetto d’insieme e lo stesso aggetto della decorazione. La perizia assoluta degli etruschi nella lavorazione dei metalli – e in particolare nella granulazione, autentico vanto dei bravissimi orafi etruschi – non ha ancora svelato appieno i suoi segreti: le granulazioni odierne non ottengono risultati paragonabili a quelli dei nostri antichi progenitori.