Stampa a caratteri mobili
Utilizzata in Estremo Oriente già a partire dal Duecento, la stampa a caratteri mobili – imparentata alla lontana con la tecnica xilografica – venne inventata in Europa dal tedesco Johann Gutenberg alla metà del Quattrocento. I singoli caratteri venivano realizzati in una lega di piombo, e quindi allineati a formare le parole, gli spazi e i paragrafi. Impaginato il testo, si procedeva alla stampa, inchiostrando i caratteri, poggiandovi sopra un foglio di carta e imprimendone la traccia con l’aiuto di un torchio a vite, del tipo utilizzato per la produzione del vino. L’invenzione di Gutenberg significò una vera e propria rivoluzione nel mondo rinascimentale: grazie alla produzione meccanica dei testi a stampa, il libro uscì dai circuiti tradizionali che ne avevano fatto un prodotto legato alla produzione manuale e alla circolazione ristretta all’ambito dei religiosi e in generale dei dotti. La diffusione della stampa favorì l’alfabetizzazione degli strati medi della società, mutando radicalmente il rapporto dell’uomo con il testo scritto, non più elemento da consultare e trattenere nella memoria (come era stato nell’epoca dei rarissimi volumi scritti a mano), ma presenza quotidiana, da incontrare con gli occhi ogni volta che se ne presentava la necessità, e con cui stabilire un rapporto e una frequentazione profonda e, ai tempi, assolutamente inedita.