Tipografia
Il primo sistema di stampa è quello in rilievo basato sul metodo xilografico. I cosiddetti libri xilografici erano ottenuti partendo dall’incisione di intere frasi o paragrafi, unite all’illustrazione, su una matrice di legno. L’impressione avveniva strofinando il verso del materiale da imprimere e, più tardi, usando il torchio. La tavola di legno poteva essere usata fino a che non era consumata o deformata. Chiaramente, con questo sistema, si poteva stampare da una parte sola del foglio o del tessuto, poiché i solchi dell’impressione restavano ben evidenti anche al verso del materiale impresso. L’invenzione, attribuita all’orefice tedesco J. Gutenberg (1400-1468), dei caratteri mobili (tipi), prima di legno, poi di piombo (1450), può essere considerata come l’origine dei sistemi di stampa a rilievo con il metodo tipografico. Nella stampa a caratteri mobili il compositore attinge dalla cassa i caratteri e li allinea rovesciati, da sinistra a destra, sul compositoio, un regolo a squadra con un cursore che consente di stabilire la linea della giustezza voluta, con opportune spaziature. L’inchiostro è applicato sulle zone in rilievo della forma per essere poi trasferito su carta o pergamena grazie al torchio tipografico, poi sostituito dalle macchine metalliche a pressione piano-cilindrica. La tipografia, favorita dall’invenzione delle macchine compositrici (linotype e monotype), è rimasta per ben cinquecento anni l’unico metodo di stampa in grado di consentire grandi tirature.